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5 Giugno 2009

Il loft

Un modo di vivere contemporaneo

Il loft – frequentemente associato in Italia con il concetto di “open space” – rappresenta oggi un nuovo e moderno modo di abitare, lavorare, vivere i propri spazi. In realtà nasce a Parigi e a New York agli inizi del Novecento, quando alcuni giovani artisti decisero di convertire degli spazi industriali inutilizzati  ad ambienti di vita quotidiana: studio, abitazione, spazi espositivi, svago. Come non ricordare la “factory” di Andy Warhol, che negli anni ’70 era il loft piu’ frequentato di New York, luogo di ritrovo di artisti, luogo di feste, di mostre, set cinematografico e scenario di mille accadimenti nella storia dell’arte e della musica contemporanea, nonché abitazione stessa per molti della cerchia del grande Warhol.

Come accade per tutti i grandi mutamenti, anche l’innamoramento per questo tipo di spazio nasceva da un’esigenza specifica: in questo caso la necessità di mescolare la vita privata con l’attività professionale. E ancora oggi è questa la carta di successo che avvicina il loft al target piu’ all’avanguardia, a chi ama sperimentare e condurre un’esperienza abitativa diversa rispetto a quella che è nella nostra tradizione, generalmente caratterizzata da appartamenti divisi per stanze.

Ne consegue una fusione totale anche degli spazi: il loft è un luogo completamento aperto, non esistono stanze ma solo ambiti che possono e devono interagire tra loro. Lo spazio si dilata, i punti di vista si moltiplicano.

In Italia questo esperimento può essere condotto ancora in modo ridotto, poiché la storia industriale del nostro paese è circoscritta ad un numero esiguo di città. Ciò non toglie che spesso, anche in città storicamente consolidate come Roma, è possibile adattare il concetto di loft agli spazi piu’ disparati: garage, vecchie stalle o addirittura appartamenti costruiti in epoche piu’ recenti  possono essere convertiti assecondando la filosofia del loft e  in nome  della flessibilità e della condivisione degli spazi.

LOFT COME MEMORIA DI ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE

Molti interventi di ristrutturazione di un loft mirano a rispettare il passato e la storia di quel luogo che, solitamente, rimane viva nei suoi materiali e nei suoi spazi. La progettazione è finalizzata al recupero e al mantenimento delle peculiarità del luogo. Ne consegue un’attenzione particolare verso le caratteristiche formali, se non anche spaziali: il rivestimento murario può essere mantenuto ma verniciato di un altro colore, le strutture a soffitto vengono esibite ed utilizzate (ad esempio diventano sostegno per i sistemi di illuminazione), gli impianti possono rimanere a vista. Laddove sia necessario effettuare dei cambiamenti si cerca di agire nel rispetto del luogo: il battuto di cemento industriale oppure la pavimentazione in doghe di legno grezze consentono ad esempio di mantenerne la vocazione originaria.

LOFT COME TRASFORMAZIONE RESIDENZIALE

Ricavare un loft di tipo residenziale significa, nella maggior parte dei casi, trovare un compromesso con il concetto tradizionalmente italiano di “zona giorno“ e “zona notte”. Paradossalmente in questi spazi si hanno infinite possibilità di organizzazione, proprio perché spesso non si è vincolati da impedimenti strutturali. La possibilità di ricavare una doppia altezza consente di avere un unico ambiente percettivamente aperto ma nello stesso tempo di godere di spazi privati. La cucina, il pranzo, il living si fondono ed ogni elemento viene studiato ed esibito ad hoc secondo una logica di mescolanza ed interazione. Elementi mutevoli, quali tende e vetrate, sono strumenti idonei a  creare privacy in questi spazi condivisi.

LOFT COME NUOVO SPAZIO LUDICO

Si aprono mille scenari ed interpretazioni nella conversione di uno spazio industriale a loft destinato ad attività ludiche. L’obiettivo è di ricavare luoghi di impatto scenografico: salti di quota, doppie altezze rendono il progetto fruibile in molteplici situazioni. Non ci sono piu’ barriere né fisiche né percettive. L’attenzione verso i materiali diventa un elemento chiave.

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