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29 Settembre 2008

Jumping

I’m jumping jack flash

Sulle note dei Rolling Stones si introduce il termine che forse oggi ha le maggiori implicazioni rituali e concettuali connesse alla nostra realtà fisica. Dalla coinvolgente musica rock (che idealizziamo come colonna sonora di questo testo anche in omaggio ad un grande amico) alla realtà sportiva del bungee jumping l’obiettivo di sfidare la forza di gravità, superando i propri limiti “sentendo l’adrenalina”  come unico traino emozionale, diviene oggi una sfida rinnovata in tutti i contesti..

In architettura si è passati dalle leggi della tettonica al concetto di trasparenza e leggerezza con una rapidità tale da coinvolgere radicalmente anche tutte le componenti coerenti con la definizione dello spazio di una residenza. La lenta dissolvenza degli edifici ha avuto come esito la necessità di ridiscutere i rapporti tipologici e le necessità tecnico-funzionali connesse in particolar modo nel mondo della casa. Il tema della residenza infatti ha ricevuto attenzioni particolari proprio nella necessità di scardinare fisicamente i vincoli fisico-spaziali. Quando Bruce Goff teorizza negli anni cinquanta il concetto del continuo-presente, consistente in una sequenza spazio-temporale priva della gerarchia di inizio, sviluppo e fine, in cui tutto ricomincia senza collocarsi nel passato o nel futuro, si gettano alcuni semi sulla possibilità di esplorare nuove situazioni spaziali in quanto, come scrive Goff stesso,… la nostra nozione di spazio appare sempre più insufficiente, man mano che si estende la nostra conoscenza…

Nella Bavinger House la spirale strutturante il progetto è la sua più simbolica incarnazione di esempio primitivo della continuità dello spazio vivente…tutto l’interno è un ininterrotto flusso di spazio dove né i rumori né il pavimento né il soffitto sono paralleli. Qui si esprimono architettonicamente lo stile di vita del cliente, il senso di vivere nello spazio tridimensionalmente con un arredo integrale che è parte della casa stessa, e una stretta integrazione con la natura sia dentro che fuori… Spazio involucro e ambiente fusi in un unico “continuum”, Bruce Goff non “riveste” un edificio, ma fa crescere un involucro come un’incrostazione geologica attraverso un’organica esplorazione delle fibre dei materiali naturali. Si tratta per lui di una “pelle” sensibile, in cui la funzione “tetto” o “muro” è una condizione secondaria, mentre invece è primaria la dimensione essenzialista, legata all’integrazione estetica, ideativa ed ambientale.

La sfida è lanciata. L’obiettivo di superare i limiti fisici oggi si manifesta non solo per mezzo delle alterazioni percettive, sostenute dalle tecnologie mediatiche del cyberspazio, ma anche attraverso l’affermazione consapevole dello spazio antigravitazionale in cui il termine jump è solo il preludio di una condizione fisica che ridefinisce le relazioni fra uomo ed ambiente. Quando, per esempio, John M.Johansen descrive i criteri alla base della sua Capsula Metamorfica sostiene che questa sarà la prima costruzione in cui forma e spazio, essendo manipolati tramite l’elettromagnetismo per mezzo di un sistema di nodi attaccati ad una cornice strutturale, sono deformabili costantemente in funzione delle esigenze dell’utente. In questo modo la fruizione spaziale classica, piano orizzontale come supporto fisico e superfici verticali come limiti ambientali, viene ad essere totalmente rielaborata. Non ci sono più le condizioni per definire alto, basso, dritto o curvo. Ogni riferimento spaziale viene assunto secondo un parametro assolutamente relativo.

Negli anni venti già Adolf Loos con la presentazione del raumplan introduceva una chiave fondamentale per “saltare” all’interno della casa. Un sistema di livelli, espressione di altezze differenti nella residenza, si offre come opportunità di definizione dei vari ambiti ma anche superamento di quote strategiche per l’organizzazione generale della casa, fino alla costituzione di attrezzature accessorie. Oggi questi interni potrebbero essere definiti come una sorta di jumping space, un contesto articolato secondo l’associazione diretta fra la dinamica spaziale e la diretta fruizione fisica. Il salto di quota può rappresentare una condizione organizzativa della casa, un ambito specifico che identifica un’attività, ma anche una opportunità di articolazione degli elementi di arredo, dalle scale libreria alle sedute strutturali fino agli elementi flessibili (osservando per esempio i letti scorrevoli  del complesso residenziale di Aranguren e Gallegos a Madrid) che possono muoversi come risorsa ri-organizzativa del rapporto giorno-notte.

L’utilizzo consapevole di questo termine viene assunto da quando il modo di pensare nel sistema occidentale ha acquisito come valore l’interdisciplinarità e la trasversalità fra i diversi campi di ragionamento, superando il rigido approccio di tipo meccanicistico. In architettura il confronto-supporto con le differenti discipline (dalla filosofia alla sociologia passando per la fisica quantistica) ha determinato un vero e proprio sconfinamento finalizzato alla ricerca e formalizzazione dei nuovi codici linguistico-compositivi. Quando Charles Jencks negli anni ottanta scrive il libro The architecture of the jumping universe il tempo è assolutamente maturo per formalizzare un modello spaziale di vita concepito per salti esattamente come quello  dell’universo a cui si fa riferimento in termini ecologico cibernetici.

Dalla teoria delle catastrofi di Thom alla logica dei frattali il sistema complesso di vita a cui dobbiamo necessariamente porre la nostra attenzione si rivolge a gradi di evoluzione (o trasformazione) che si manifestano per salti.  Il concetto di jumping diviene uno strumento operativo del nostro pensiero. Dallo spazio architettonico riorganizzato secondo un programma dinamico alla giornata mondiale del salto (iniziativa promossa il 20 luglio 2006 come esperimento di tipo ecologico ambientalista, in cui un gruppo di scienziati invitava il maggior numero di persone a saltare contemporaneamente in un momento ben preciso in modo da ottenere l’abbassamento della temperatura del pianeta di 2 gradi per effetto della sollecitazione planetaria derivata dal salto collettivo) ogni aspetto della nostra quotidianità viene misurato oggi attraverso una sorta di jumping style.

Forse la metafora più sensibile resta proprio quella tracciata da Jenks che racconta l’immagine dell’universo attraverso la trasformazione nei diversi scatti creativi di una farfalla (dallo stato di bruco a quello di crisalide per passare a quello di volatile) in modo da visualizzare una condizione dinamica di mutazione permanente per il sistema complesso in cui viviamo.

Che la casa-bozzolo in cui noi crediamo di esistere secondo delle regole assolute sia stata concepita per una radicale trasformazione spaziale a cui stiamo, in realtà, tendendo inesorabilmente ?

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