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30 Marzo 2008

Interno vs Esterno

Interno vs Esterno

Se pensiamo allo spazio interno della casa tradizionale giapponese è possibile intenderlo come una cornice neutra che non viene attivata se non dalla presenza personale, dove la gerarchia delle stanze non risponde più a criteri dimensionali e funzionali ma di situazione. I pannelli mobili interni permettono di unire le varie stanze contigue e le porte scorrevoli prolungano visivamente l’ambiente all’esterno. Superficie, luce ed aperture sono perfettamente controllabili, adattandosi alla volontà ed alle necessità del residente.

Sulla base di queste considerazioni è possibile focalizzare alcuni aspetti connessi alla  residenza contemporanea in cui il rapporto fra l’interno e l’esterno della casa non è più definito in maniera rigida e vincolante. Lo spazio interno si trasforma da una sequenza di scatole chiuse ad un insieme di interrelazioni che sviluppano le potenzialità del rapporto attivo con il contesto esterno. Il ruolo della natura (percepita in tutti i fattori ambientali: luce, aria, acqua, elementi organici etc.) diventa strumento consapevole delle dinamiche della casa in cui terrazze ed affacci strategici coordinano i migliori rapporti luminosi, mentre i patii interni coinvolgono gli elementi della natura nella sfera domestica senza soluzione di continuità dei nuovi confini fisici e mentali.

Il concetto di soglia

E’ possibile studiare soluzioni alternative in cui il concetto di soglia tradizionale, intesa come segnalazione del limite fisico (molto spesso evidenziato dal cambio dei materiali) fra interno ed esterno, denota la netta divisione fra gli spazi secondo una percezione di contrapposizione degli ambienti.

Introdurre materiali in continuità fra le differenti aree di margine, studiare soluzioni strategiche per gli infissi in modo da non essere percepiti come un limite invasivo, dilatare le attività della casa anche verso gli esterni in modo da costituire delle sinergie connesse alle funzioni domestiche, possono essere alcune chiavi interpretative che della soglia tradizionale conservano esclusivamente le necessità tecnologiche. L’aspetto mentale viene indagato ed incoraggiato dai risultati percettivi, attraverso i quali il concetto di limite viene rimesso in discussione.

Un living esterno

Le sinergie con le attività domestiche interne possono essere attivate attraverso una strategica definizione delle aree funzionali della casa. Poter estendere verso l’esterno (da un terrazzo ad un giardino di pertinenza) il living, per esempio, consente di vivere le esigenze dell’utente secondo potenzialità diverse. Dal salotto di “cemento” come prosecuzione di un contesto interno ad una cucina in muratura (come estensione delle attività ludico/alimentari) fino al wellness (palestre o piscine che proiettano alcuni spazi interni verso l’esterno), tutte le attività della casa possono “dilatare” lo spazio fisico secondo un continuum percettivo che si traduce in benessere ambientale.

Il rapporto con la natura

La possibilità di coinvolgere la natura nel proprio habitat favorisce l’interscambio psico-sensoriale fra utente e contesto. Dai patii alle serre si verificano fenomeni di inglobamento degli elementi della natura che in scala più consapevole trasformano il carattere della casa anche attraverso un vero e proprio programma di architettura organica. Materiali lapidei per interni che riprendono le forme “casuali” della natura, elementi organici che definiscono il carattere della casa ed interazioni formali con i margini esterni sono tutte opportunità di riconfigurazione dello spazio secondo i principi di un’architettura in perfetta simbiosi con la natura.

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